Vita sui monti. Storie ed emozioni... E una famiglia di Codirossoni.

Dove: Monte Grappa
Quando: Estate 2021 

Poco tempo fa ho raccontato di un piacevole giro in compagnia di amici birder a Cima Grappa. Non potevo che riprendere tale racconto, perché nelle settimane seguenti più volte ho dato seguito a quella uscita, salendo da Semonzo del Grappa fin su in cima, esplorando vari angoli di una montagna che ogni volta offre angoli inesplorati o nuovamente ricchi di soprese.

Lepre comune

Alcune delle osservazioni fatte mostravano già che i prati montani, le pietraie, gli anfratti, alberi e arbusti offrivano ampio riparo e accogliente dimora per molte specie di uccelli, insetti e mammiferi, e in molti casi, evidenti segni di avvenute nidificazioni, come questa Ballerina bianca (Motacilla alba)

Ballerina bianca (Motacilla alba)

o svariati Codirossi spazzacamino (Phoenicurus ochruros), adulti 

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) ♂ con imbeccata

o giovani appena usciti dal nido


o ancora dei lifer come il Merlo dal collare (Turdus torquatus)

Merlo dal collare (Turdus torquatus)

Merlo dal collare (Turdus torquatus), particolarmente confidente, si è avvicinato a terra, curioso

o ancora, altro lifer, nidificante, come lo Spioncello (Anthus spinoletta)


Anni fa, era stato fatto uno studio approfondito in merito alle specie presenti e nidificanti sul massiccio del Grappa, un lavoro certamente immane. Molte cose sono cambiate negli ultimi decenni, e non in meglio. L'abbandono di pratiche di allevamento, i cambiamenti climatici, problematiche nei luoghi di svernamento, l'inquinamento sempre maggiore, l'uso di pesticidi nell'agricoltura ha portato alla pesante modifica degli habitat, e alla crisi di molte specie, tanto da vedere per alcune la riduzione di oltre il 50% e in alcuni casi anche del 90% della presenza delle specie, e della frequenza e successo delle nidificazioni, e alcune specie praticamente non si possono vedere più dove un tempo erano numerose.

Quattro volte sono un numero insignificante, nell'ottica di una mappatura aggiornata dello stato dell'avifauna, ma per quattro volte, in poco più di un mese, ho portato a casa emozioni e soddisfazioni, nel vedere che la vita trova ancora luoghi adeguati per la sua propagazione. Nella mia inadeguata capacità osservativa, e nell'ancor più limitato areale perlustrato, ho contato almeno 9 specie con nidificazione certa, alcune delle quali comuni, altre più localizzate, incluso un lifer ancor più sorprendente. 

Questo articolo è un tentativo di raccontare, per immagini e parole certamente inadeguate, cosa si prova e cosa si vede percorrendo in silenzio e con pazienza i sentieri della montagna Sacra alla Patria.





Se una specie deve essere indicata come la "regina" di questa vetta, probabilmente ci sarebbe una sfida alla pari tra Prispolone (Anthus trivialis) e Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros), e probabilmente anche il Culbianco (Oenanthe oenanthe). L'inizio dell'estate ha mostrato infatti una concentrazione cospicua di queste tre specie. In primis i Prispoloni, molto spesso visibili nel loro caratteristico canto svolazzante da un posatoio all'altro. Il Prispolone è tra le specie tipiche degli ambienti montani con le caratteristiche che presenta il Monte Grappa, ma è stato evidente il fatto quando, nelle ultime uscite, al termine della loro stagione riproduttiva, il silenzio è piombato lungo i sentieri, e la scomparsa degli "svolazzi" così frequenti solo pochi giorni prima ha reso le passeggiate molto "solitarie".

Anche il Culbianco, come il Codirosso spazzacamino, parimenti, si è mostrato in tutte le uscite, con decine di individui, molti nidificanti. E' una specie molto diffusa, sia in montagna che ad altitudini molto inferiori, probabilmente per capacità di adattamento molto sviluppate. Nel prosieguo del racconto qualche notizia in merito.

Prispolone (Anthus trivialis) appena atterrato

Prispolone (Anthus trivialis) in canto


Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) ♂

Uno degli obiettivi principali delle prime uscite che hanno seguito quella raccontata qui è stata una specie ancora per me inedita, peraltro molto ambita dai birdwatcher, il Codirossone (Monticola saxatilis). Si tratta di una specie poco diffusa, che è nota nidificare con poche coppie sul Grappa e in generale nella pedemontana veneta, ma a causa delle sue preferenze di habitat e di poca confidenza, non facilmente incontrabile. Come molte delle specie di uccelli migratori, sverna in Africa sub-sahariana, e migra verso le nostre latitudini verso aprile-maggio, per riprodursi, e poi ripartire tra luglio e agosto nuovamente verso sud.

La specie mostra, in periodo riproduttivo, una evidente differenziazione del piumaggio tra maschio e femmina, e in particolare il maschio è tra i più ricercati anche dai fotografi per il suo appariscente aspetto.

Il Codirossone predilige l’ambiente montano e lo si può incontrare a un’altitudine compresa tra i 300 e i 2.000 metri sopra il livello del mare. Talvolta però si incontrano individui anche ad altitudini superiori, fino a 3000 metri. L’ambiente ideale di questa specie presenta nude pareti rocciose, caratterizzate da una vegetazione prevalentemente erbacea piuttosto rada. Si nutre principalmente di insetti che cattura a terra o in volo, di invertebrati, bacche, lucertole e anfibi.

Il periodo della nidificazione coincide con i mesi di maggio e giugno, quando la femmina depone la covata. Di solito la deposizione è singola nell'anno. Il nido viene costruito da entrambi i genitori utilizzando erba e muschio e viene incastrato tra le spaccature e le cavità delle rocce o nei buchi di vecchie case di campagna in rovina. La schiusa delle uova avviene dopo due settimane e, successivamente, sia il maschio sia la femmina portano avanti lo svezzamento dei pulcini.

Il mio primo incontro di fatto è stato abbastanza anonimo, avendo visto, da distanza siderale, la femmina con l'imbeccata. L'ID è avvenuta a posteriori, in quanto dal vivo l'avevo inizialmente scambiata per un Culbianco (Oenanthe oenanthe).

Codirossone (Monticola saxatilis) ♀

E' stato un bel colpo quando, più tardi, da lontano, mentre percorrevo un sentiero verso la cima, poco lontano dalla strada asfaltata, ho notato una macchia arancione e azzurro-grigio.

Codirossone (Monticola saxatilis) ♂

Codirossone (Monticola saxatilis) ♂

Codirossone (Monticola saxatilis) ♂

Ancora più avanti, di nuovo la femmina, su un sasso, mi osserva indifferente. Si invola dopo qualche minuto, verso il pino mugo, dove curiosa mi lancia un'occhiata, e dove la lascio per proseguire verso la vetta.

Codirossone (Monticola saxatilis) ♀

Codirossone (Monticola saxatilis) ♀

Codirossone (Monticola saxatilis) ♀ curiosa

Ritorno sulla strada per riprendere la macchina, e una bella femmina di Averla piccola (Lanius collurio) si invola dalla strada verso un piccolo albero appena sopra la strada, con un insetto nel becco. La seguo mentre scompare e ritorna poi senza la preda. Da qualche parte, lì nei paraggi, c'è un nido abitato.

Averla piccola (Lanius collurio) ♀

Averla piccola (Lanius collurio) ♀

Salgo su, il sole ormai è alto, e i contrasti si fanno duri e decisi, ma non è importante. D'altra parte, lo scopo primario è quello di raccogliere, nel mio piccolo, documentazione sulle specie presenti, e se qualche foto decente ne esce, poco male.

Come già citato, la specie più frequente e udibile si fa subito notare.

Prispolone (Anthus trivialis)

Prispolone (Anthus trivialis) in volo cantato


Anche un paio di individui con un pugno di insetti nel becco, da portare ai piccoli appena schiusi, offre una piacevole nota di vita. L'ambiente montano, pur visitato da turisti, curiosi, famiglie e amanti della montagna, possiede le caratteristiche adatte a sostenere la nascita e la crescita di questa e altre specie, ma l'influsso negativo dell'uomo rischia di mettere a repentaglio questa abbondanza.

Prispolone (Anthus trivialis) con imbeccata


Prispolone (Anthus trivialis) in canto


Prispolone (Anthus trivialis

Ad un certo punto, un individuo si posa lungo i muretti di contenimento nei pressi del monumento al Partigiano, a pochi metri, e si fa rimirare fronte... e retro. Non sembra impaurito, anzi, si aggira tra alberi sassi e muretti, come se mi girasse attorno. 

Prispolone (Anthus trivialis) confidente


Prispolone (Anthus trivialis) mostra anche il dorso

Tra le fronde, al riparo dalla calura del sole di mezzogiorno, dei versi di contatto portano a individuare un bel giovane di Codirosso spazzacamino. La sua giovane età, probabilmente poche settimane, lo rendono ancora poco diffidente, e trovarselo a 3 metri all'improvviso non è impossibile, mi capita ben tre volte in mezz'ora. Difficile contare quanti giovani possano essere nati, ma posso azzardare che si parli di qualche decina almeno. 

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) juv

La rima buccale estesa e di un giallo evidente caratterizza i giovani di c. spazzacamino, mentre nell'adulto il giallo è appena accennato, solo all'attaccatura. 

Il giovanotto si esercita in una serie di operazioni di pulizia e stretching, approfittando del posatoio all'ombra e della copertura fogliare che lo ripara, o almeno così crede, da sguardi indiscreti.

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) juv si sgranchisce le ali

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) svolazza qua e là

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) juv

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros)

In passato, la specie abitava solo le zone di montagna, mentre da qualche anno, durante la stagione invernale, preferisce scendere a valle fino alle pianure e nei centri abitati, ambiente a cui si è ormai perfettamente adattato, prediligendo comunque zone meno urbanizzate come piccoli paesi, centri suburbani ed aree industriali. Ma è presente anche nelle grandi città dove, nella maggior parte dei casi, colonizza con il proprio nido gli edifici più alti dei centri storici. Si ciba prevalentemente di bacche, invertebrati, insetti catturati in volo, soprattutto mosche e farfalle.

Tratto distintivo la coda rosso-arancione, che si presenta simile in entrambi i sessi. Il dorso del maschio è di colore grigio scuro, mentre il petto, la gola e le guance tendono al nero. Le ali si caratterizzano per una striscia bianca ben visibile nel maschio adulto, assente nella femmina e negli individui più giovani. Becco e zampe sono neri. Il piumaggio della femmina presenta tonalità più smorzate, prevalentemente grigio cenere.

Il periodo della riproduzione coincide con il mese di maggio, quando il Codirosso spazzacamino costruisce il proprio nido in fessure di rocce in ambiente montano o nelle crepe e sui cornicioni degli edifici cittadini, più raramente nelle cavità di grossi tronchi. Il nido, a forma di coppa, viene preparato con erbe secche, radici, piume e muschio. La coppia è monogama. I pulcini abbandonano il nido a circa un mese dalla nascita.

Altre specie meno "attese" si nascondono tra i sassi, e riesco a individuarli solo perché un maschio adulto si posa tra le fronde. Alcune femmine si lasciano fotografare poco dopo a breve distanza.

Zigolo muciatto (Emberiza cia) ♂

Fanelli(Linaria cannabina) ♀

La luce è veramente pessima, quindi decido di scendere passando a nord, verso Seren del Grappa, e sulla strada, quattro Corvi imperiali (Corvus corax) su un albero morto sembrano salutarmi e darmi l'arrivederci.

Corvi imperiali (Corvus corax)

Tornando verso casa, passo nelle vicinanze di Oliero, ai piedi dell'altipiano di Asiago, dall'altro versante della Valsugana. E un'altra nuova osservazione mi regala le ultime emozioni della giornata. Due individui, mimetizzati ma non troppo tra i sassi nel torrente. Il Merlo acquaiolo ama questi corsi d'acqua poco turbolenti, ricchi di sassi, dai quali puntare le proprie prede nell'acqua, o anche solo per asciugarsi dopo un be bagnetto.

Da lontano, minuscolo, il secondo individuo scala la parete di granito verticale, posta dall'uomo come piccola diga all'uscita delle grotte, alla ricerca di minuscoli invertebrati.

Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus)

Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus)

Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus)

Merlo acquaiolo (Cinclus cinclus)




La foto non è un granché, ma il Cinclus è un formidabile scalatore.



Le giornate che finiscono così... non sono poi affatto male.

Salire all'alba. Sveglia alle 5. Salita cauta, attenta, un capriolo attraversa all'improvviso la strada. Arresto l'auto in mezzo alla strada deserta. Alcuni scatti nel sottobosco. Il cuore a mille. Scambio di sguardi. Sembra tollerare la presenza immobile di un'auto a una quindicina di metri. Le cose belle vengono spesso per caso. Non è il primo capriolo che vedo. Ma è il primo che fotografo. E il primo così vicino. Wow.

Capriolo (Capreolus capreolus)

Capriolo (Capreolus capreolus)

A metà salita, a Campo Croce, mi fermo a motore spento. Un concerto sommesso di Cince e Fringuelli, e 4 Corvi imperiali giocano e litigano sui tetti delle malghe.

Corvo imperiale (Corvus corax)

Sempre a Campocroce, poco prima, anche una sfuggente Averla piccola si affaccia per pochi istanti su un Larice.


E salendo ancora, in un punto dove la strada asfaltata si restringe un poco, fermarsi ammaliato da un Camoscio davvero vicino... altro che Mastercard! E pazienza se l'auto in direzione opposta si deve fermare anch'essa, a osservare il mammifero ben oltre la mia ripartenza verso la cima...

Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra)

Non è l'unico individuo incontrato salendo, la popolazione del Grappa è molto numerosa.

Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra)



Spunta un raggio di sole, e tutto sembra sprigionare calore e vita.


Saltimpalo (Saxicola torquatus)

Anche i fiori acquistano colore...


Dall'alto, sulla strada. Attento alle auto che passano...




Sfinge del Galio (Macroglossum stellatarum)

Poco sotto la vetta, da un tornante, dei Gracchi alpini litigano con le Cornacchie grigie. E una famiglia intera di Culbianchi, con Fanelli, Prispoloni e un'Averla piccola.

Gracchio alpino (Phyrrocorax graculus)

Culbianco (Oenanthe oenanthe)

Maschio di Averla piccola (Lanius collurio)

Prispoloni tra le pietraie

Femmina di Culbianco (Oenanthe oenanthe)

Fatti sotto!

Giovane Culbianco dell'anno (Oenanthe oenanthe)

Culbianco (Oenanthe oenanthe) juv

"E' andato di là!"

Culbianco (Oenanthe oenanthe) ♀, volo con imbeccata

Culbianco (Oenanthe oenanthe) ♀ con imbeccata

Culbianco (Oenanthe oenanthe), posatoi di famiglia

Culbianco (Oenanthe oenanthe) juv

Culbianco (Oenanthe oenanthe), l'uccello con la mascherina di Zorro

Culbianco (Oenanthe oenanthe) ♂

Culbianco (Oenanthe oenanthe) ninja

Il Culbianco è un migratore a lungo raggio, ampiamente distribuito da oriente e occidente – tra Nord America, Europa, Medio Oriente e Asia centrale – e da nord a sud, dallo Stretto di Bering all’Africa; ma lo si può ritrovare anche in Alaska, Canada e Groenlandia. Dopo la stagione degli amori, inizia la migrazione verso l’Africa sub-sahariana. Durante le migrazioni è osservabile in compagnia di pochi individui, spesso posati a terra o su bassi edifici. Effettua voli brevi quasi radenti al suolo.

Le differenze tra i due sessi sono marcate. Il maschio ha capo e dorso grigio cenere, sopracciglio bianco, guance nere, petto fulvo-arancio – che sfuma nel color crema del ventre – groppone e base della coda bianchi. La femmina è di colore bruno chiaro, con sopracciglio giallo paglierino. Il sottocoda e parte della coda, invece, come indica il nome, sono completamente bianchi in entrambi i sessi. Prevalentemente insettivoro, il Culbianco si ciba anche di ragni e qualche bacca. Gli individui più giovani preferiscono invece le larve.

Il Culbianco frequenta ambienti aperti e secchi. È molto resistente e possiede una buona capacità di adattamento, caratteristica che gli consente di nidificare in ambienti anche molto differenti, dalle zone sabbiose e spoglie alle aree pietrose con copertura vegetale scarsa o assente, ma anche in aree più verdi, coperte da un regolare manto erboso, e sia pianura sia sui rilievi. Predilige comunque tundra, brughiere, alture di scogliera, terreni con abbondanza di sassi e rocce per nidificare. E' per questo che le pendici e soprattutto la vetta del Monte Grappa sono ideali per loro.

Rondone comune (Apus apus) col gozzo pieno

Lodolaio (Falco subbuteo)

Lodolaio (Falco subbuteo) in avvicinamento

Quando si avvicinano troppo... Lodolaio (Falco subbuteo)

Culbianco (Oenanthe oenanthe) con una penna... anarchica


Culbianco (Oenanthe oenanthe) con una penna... anarchica

Maschio di Fanello (Linaria cannabina)

Codirosso spazzacamino con Fanello in volo


Cornacchia grigia (Corvus cornix)

Decisione presa all'ultimo, sono le 15 quando parto da casa. Parcheggio, prendo binocolo, macchina fotografica e monopiede, e mi avvio lungo la strada.

In alto, anche lì la vita si agita, sbatte le ali ossessivamente. .

Gheppio (Falco tinnunculus) ♂

Saltimpalo ♂ (Saxicola torquatus)

Saltimpalo ♂ (Saxicola torquatus) controluce

L'aria è fresca, il cielo appena velato. Le orecchie risuonano di tenui canti lontani, Fanelli, Codirossi, Cornacchie grigie, una Poiana lontana... decido di sedermi lungo il ciglio della strada. Rimango quasi un'ora in silenzio, ad ascoltare, ad occhi chiusi. Di tanto in tanto li apro, non si sa mai. E il "mai" presto lascia il posto allo stupore... Su quel sasso, con un bruco tra le mandibole, la femmina di Codirossone (Monticola saxatilis) manda ripetutamente il suo richiamo, mentre stringe quella larva con cura. Poi vola via, verso il probabile nido, e torna dopo qualche minuto, cercando altre prede tra i sassi.





Il sole va e viene, le nuvole cominciano a salire e invadere a tratti i pendii più vicini. Ma il vivace arancio del maschio di Codirossone appare come un miraggio. Finalmente... 


Un Codirosso spazzacamino tenta a più riprese di posarsi sullo stesso masso, ma il più grosso migratore si fa presto padrone del territorio, e rimane solo a fare un po' di igiene personale e preparazione atletica...


Un due tre... stretch!


Quando esce il sole, la luce dura porta un po' di drammaticità alla scena. Ma dura sempre poco.


La posizione è abbastanza scoperta, lungo un passaggio trafficato...

Luì piccolo (Phylloscopus collybita) insegue un Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) dietro al Codirossone (Monticola saxatilis) ... asceta :))

Ma il Codirossone sa sempre farsi rispettare, e né Luì piccolo nè Codirosso spazzacamino possono farci nulla. Anche se insistono...

Codirossone e Luì piccolo (Phylloscopus collybita)

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) e Codirossone ♂ (Monticola saxatilis)

We, fotografo, hai finito di puntarmi?

(A volte la postura... ti frega!)

Dopo una ventina di minuti, con il maschio ripetutamente intento al richiamo, inizio a capire la situazione. Che dopo poco si rende palese. Sta chiamando il giovane ad abbandonare il nido e a salire sul masso. E' fondamentale che inizi a muoversi, ad esplorare, a conoscere l'ambiente, fra poche settimane, al termine dell'estate, dovrà essere autonomo.

E il piccolo passeriforme alla fine sale, svolazzando, sul masso, e il padre, che finora aveva difeso il bastione dall'assalto dei concorrenti, può finalmente lasciare terra e volare fin sulle punte degli alberi.

A più riprese, notando il sopraggiungere di persone ho lasciato il mio punto di osservazione, preferendo perdere potenzialmente i soggetti delle mie osservazioni che rischiare di compromettere l'incolumità degli stessi. Essendo questi soggetti molto ambiti, è stato meglio evitare di rivelare la posizione... qualcuno magari non sarà d'accordo, ma va bene così.

Codirossone maschio adulto e giovane

"Grazie papino", sembra dire il giovanotto.

Codirossone (Monticola saxatilis) juv

Codirossone (Monticola saxatilis) juv. Si riconosce dal dorso lunettato, dalla rima buccale evidente, dal ventre "sporco"

Dopo pochi minuti, al sopraggiungere dell'ennesima auto, faccio bagagli e riparto verso dove ho lasciato l'auto. Non faccio 20 metri, e il maschio si posa lì, a 15 metri scarsi, sui pini appena fuori dalla strada. E faccio un paio di passi cauti verso di lui, che mi guarda, mi esamina, mi accetta, sembra. Due minuti così. Faccia a faccia. Beato monopiede che mi permette di reggere il teleobiettivo abbastanza fermo. Poi arriva una moto, e vola via.

Fortunato ad aver ricevuto un tale dono.  

Maschio adulto sul posatoio. La luce è stranissima, velata dalle nuvole.

Maschio adulto sul posatoio. La luce continua a cambiare, di secondo in secondo


Dopo qualche minuto di smarrimento, riparto per l'auto. Apro la portiera, alzo gli occhi, e la femmina è laggiù, su quell'altro pino. Uno. Due. Tre. Un'ora incredibile per qualsiasi birder. Ma ancor più per un vero amante con la Natura nel cuore.

Femmina di Codirossone (Monticola saxatilis)

E' stato un breve pomeriggio, ma assolutamente intenso. Due ore o poco meno, d'altronde alle 18 ho altri impegni, e sono giù con mezzora di anticipo. Ma che lusso...

Passano i giorni, e ritorno su altre volte. Nessuna traccia dei Codirossoni. Anche i Culbianchi paiono scomparsi.

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Venerdì mattina. Verso sera appuntamento per un weekend coi colleghi di ufficio in Val dea Giara. Occasione giusta per prendersi l'intera giornata e salire. Il tempo sembra tenere, ma è una pia illusione. Il tempo di fotografare un camoscio sulla scarpata sotto di me, e le nuvole mi avvolgono. Tutto si imbianca, si attenua, scompare. E un piccolo dramma. Il binocolo è rimasto a casa... è come mancare di un braccio, mi sento incompleto... 

Camoscio alpino (Rupicapra rupicapra)

Dalla nuvola, esce dal silenzio un verso acuto. Appare all'improvviso e come è apparsa scompare una Poiana.

Poiana (Buteo buteo)

Fanello (Linaria cannabina) ♂

Camosci.

Zygaena filipendulae

Dittero su margherita, con afidi rossi e ape.


Traiettorie differenti.

Macroglossum stellatarum




La nebbia concede pochi soggetti, perlopiù vicini. Un saltimpalo con imbeccata ricorda che quassù la vita va avanti.

Saltimpalo (Saxicola rubicola)

Fanello maschio (Linaria cannabina)

Fanello maschio (Linaria cannabina)

Il pomeriggio si conclude in fretta, non c'è possibilità che si apra, e già i pendii risuonano di un silenzio assordante. I ricordi della sinfonia alata di pochi giorni prima è già un lontano ricordo, l'estate che avanza segna la fine del periodo riproduttivo di molte specie, per cui canti e versi diventano meno indispensabili, e inutile dispendio energetico.

Camoscio alpino

Gheppio maschio (Falco tinnunculus)

Mi sposto verso il monumento del Partigiano, e lì è la patria dei Codirossi spazzacamini, ancora intenti a portare avanti la prole e a moltiplicare la vita. Maschio e femmina con imbeccata.

Codirosso spazzacamino ♂ (Phoenicurus ochruros) con imbeccata

Codirosso spazzacamino ♀ (Phoenicurus ochruros) con imbeccata

Caccia al volo

La mancanza del binocolo comincia a farsi sentire lassù, soprattutto perché sulla cima le nuvole un po' si diradano. Mi dedico allora ai soggetti ai miei piedi, la spettacolare fioritura dei prati offre milioni di organismi viventi altrettanto affascinanti.







Tre in uno.





Minuscola farfalla, meno di un centimetro



Anche nel piccolo, pare che la vita cerchi espressione

Il piccolo ragno rosso è entrato nell'inquadratura a sopresa. Gradita peraltro.




Strane presenze si nascondono mimetizzate...





Mi inoltro per una strada bianca mai esplorata prima. Più avanti, a un paio di chilometri, dovrebbero esserci delle malghe, da quel che mi hanno detto, ma non ci arriverò, perché a tardo pomeriggio mi attendono per la cena verso Lepre, per cui mi limito a percorrere un chilometro suppergiù, a piedi. E qui incontro un paradiso, probabilmente tra i quadranti più ricchi di Averle piccole dell'intero massiccio. Un adulto, poi un altro, poi un giovane, un altro, un altro ancora. Sette juv e 3 adulti in poche centinaia di metri. Mai vista personalmente tale abbondanza.

L'Averla piccola necessita di siepi di arbusti spinosi come sito di nidificazione e di prati magri con molti insetti e altre prede per la ricerca dell’alimentazione. Per mantenere una popolazione di questa specie in buona salute, tali elementi devono essere presenti e ben distribuiti in tutto il paesaggio. L’Averla piccola è quindi una buona ambasciatrice dell’infrastruttura ecologica.

Il maschio dell‘Averla piccola è inconfondibile per la sua mascherina nera, il ventre rosa chiaro, il dorso marrone rossastro e la nuca grigia. La femmina, con il suo piumaggio per lo più marrone e grigio, è invece perfettamente mimetizzata durante la riproduzione. L‘Averla piccola vive primariamente in paesaggi coltivati con siepi basse e spinose, vigneti e boschi radi circondati da prati magri, pascoli estensivi o frutteti, maggesi o qualsiasi altro terreno con una ricca offerta di piante, e quindi di insetti (si nutre principalmente di ragni, vespe, bombi, grilli, coleotteri, cavallette e piccoli vertebrati. Si posiziona su un posatoio rialzato e, una volta avvistata la preda, la cattura in volo o la afferra a terra. Se c‘è abbastanza disponibilità di cibo, infilza una parte delle sue prede sulle spine di arbusti quali la Rosa canina, il Biancospino o il Prugnolo. Queste scorte le saranno utili quando la disponibilità di prede sarà ridotta, per esempio durante i giorni di pioggia).


L'Averla piccola (Lanius collurio) è una specie che da svariati anni sta soffrendo terribilmente i cambiamenti delle condizioni e della qualità degli habitat a loro congeniali, e di fatto in pianura veneta è sempre più difficile contattarli, a livello continentale. Qui sul massiccio del Grappa sopravvive una buona popolazione, ma è indubbio che serve un ambio di rotta importante, non solo per il futuro della specie, ma anche perché la sua buona salute è indice anche di salubrità per noi umani. Ma questo sembra non interessare molto, se quello che vediamo ne è indicatore.

Gli anni passati, ne vedevo anche ai piedi della montagna, sui campi coltivati corredati da siepi naturali, ma negli ultimi due nessuna traccia. Speriamo quassù la tendenza sia invece inversa...

Averla piccola (Lanius collurio) juv. Probabilmente pochissimi giorni di vita.

Averla piccola (Lanius collurio) juv

Averla piccola (Lanius collurio) ♀

Poco dietro le Averle, una giovane femmina di Capriolo (Capreoleus capreoleus), probabilmente con poco più di un anno di vita, forse meno, si alimenta nei prati.

Capriolo (Capreoleus capreoleus)

Capriolo (Capreoleus capreoleus)

Altro giorno, altra visita alla mia montagna, stavolta salgo con un amico. Il meteo minaccia pioggia verso metà pomeriggio, ma il sole non si vede già da subito. Un gheppio ad ogni curva, è un rapace molto diffuso, e in questa stagione molto attivo. Una femmina si alza con un grosso Cerambicide e lo spilucca in volo.

Un gheppio ♀ con un grosso Cerambicide.



Maschio di Saltimpalo nella nebbia.

Codirosso spazzacamino (Phoenicurus ochruros) ♂ 2CY

Giovane codirosso spazzacamino

Giovane codirosso spazzacamino

Gheppio

Le nuvole ci avvolgono, e appaiono le Averle... questo maschio ci lascia scendere dall'auto e si lascia fotografare.

Averla piccola (Lanius collurio) ♂

Averla piccola (Lanius collurio) ♂

Non vediamo e sentiamo null'altro, e ritorniamo verso la strada asfaltata, con l'idea di scendere. Ma un guizzo nel cespuglio sulla scarpata ci costringe a dare un'occhiata. Una giovane, sempre di Lanius collurio. Giusto prima di ritornare a casa.

Averla piccola (Lanius collurio) juv

Averla piccola (Lanius collurio) juv

Averla piccola (Lanius collurio) juv
Non c'è altro da vedere quassù, per oggi. Allunghiamo per una strada bianca anziché percorrere direttamente la Generale Giardino per scendere. E una poiana ci invita ad non indugiare troppo.

Poiana (Buteo buteo)

Più avanti ancora, le poiane "diventano" due.

Poiane (Buteo buteo)

La giornata finisce, senza molte foto, ma con qualche piacevole ricordo.

Il bilancio di questi tre mesi è molto positivo, per come la vedo. Una nutrita lista di nidificanti regala speranze perché nei prossimi anni si continui ad avere una crescita di biodiversità.
Per quanto riguarda un censimento, mi accorgo quanto incompleto e limitato sia questo mio opus. Ma sono certo che si debba partire da qui, per costruire qualcosa.

Ad maiora, intanto.

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